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23 novembre 2023

Il circuito virtuoso del pensiero

 

l'Essere è fondato sull'Umiltà del dubitare, 
e non sulla presuntuosa Superbia del sapere senza confronto.

più studiamo, più leggiamo, più conosciamo il mondo e chi lo abita (bene o male) e più ci rendiamo conto delle nostre mancanze e lacune, perché mentre facciamo esperienze e impariamo cose nuove si presentano a noi infiniti scenari conoscitivi ancora da esplorare.
siamo tutti Esseri Umani fragili e imperfetti seppur consapevoli
della nostra pur nobile Finitezza.



                                                                                                                                          ©Liolucy

29 agosto 2023

Insensatezza

 

Ogni verità non può essere volgarizzata
è inutile
le cose più degne non si possono descrivere

E mentre il tempo passa _ lento e vasto _
l'orlo sdrucito del pensiero
si tramuta in vuoto cosmico

Ferocia silenziosa
Refolo del nulla
Insensatezza del tutto



                                                                  ©Liolucy

30 luglio 2023

Amore e Dolore

 

puoi contemplare la vita
anche in chi è morto 
se
in questo contemplare 
riesci ad afferrare ciò
che non può morire;
l'amore



                                      ©Liolucy

24 aprile 2023

La Misura

 
Siamo già stati granelli
di polvere
ignoti a noi stessi
frammenti ed enigma
Su un sentiero di pietra
che digrigna i denti 
ad ogni nostro passo
d'eternità divorata



                       ©Liolucy

22 febbraio 2023

Decantazione

 
ogni poesia, o ogni tentativo di poesia,
è sempre legato allo stupore,
o fors'anche ad uno strano stato di veglia,
tra dolcezza e abisso,
tra illuminazione e tenebra.
decantazione di un sogno.


©Liolucy


7 febbraio 2023

La Bellezza Complessa

 
L'Arte è un linguaggio, è comunicazione, è l'interiore che prende forma
nell'esteriore, e che si svincola da ogni obbligo o dovere, l'Arte è ricerca.
è una pulsione, un'idea viscerale, un bisogno di esprimere o rappresentare
ciò che abita dentro l'artista, l'Arte è emozione.
ogni autore, tutti, tutti quanti, portano con la loro opera un messaggio di fondo,
anche inconsapevolmente.
tutti, tutti gli artisti seguono un loro fil rouge.
ogni artista è messaggero di se stesso e comunica una parte del suo essere.
per me, un bambino può essere anche tecnicamente scarso, ma può girare
delle immagini che trasmettono emozioni, o un'idea brillante,
rendendo palpabile ciò che la pulsione del momento gli ha suggerito,
e la sua creazione essere paragonata ad un'opera d'Arte.
perché? perchè è riuscito ad entrare in comunicazione con una parte
profonda dell'essere.
attraverso l'Arte si dà forma a un'idea inizialmente astratta che si 
trasfigura in un linguaggio che ha come obiettivo quello di comunicare 
non solo la verità dell'artista, ma anche ciò che io chiamo
Bellezza Complessa. 
ogni forma artistica  nasconde un segreto,
il segreto di ogni artista.
e il compito di chi ammira un'opera è
decifrare questo segreto
arrivando al fine ultimo dell'Arte.
Arte è Libertà.



Liolucy
maggio 2020


1 gennaio 2023

Tutto è Vanità

 
Il cielo grigio
la smorfia del vento
la ricerca della verità 
e la sua inesistenza
Tutto è vanità
e la vita si consuma
sulle apparenze del mondo
Cosa possediamo vivendo?
un abisso chiamato anima
dominato da un corpo?
Tutto è vanità
nel caos infinito
dell'universo sconosciuto
specchio oscillante
nelle nostre sensazioni
Delirio



                                        ©Liolucy

20 settembre 2022

Geometrie


Vado in giro e incontro 
forme diverse, consistenze audio, 
tonalità di colori, respiri imperfetti.
Ad un tratto il lampo di uno sguardo 
si innesta nella vibrazione del mondo 
e il rumore grigio della realtà diventa 
uno spazio dentro il quale 
una domanda attende una risposta
Il movimento circolare che ci consuma  
è il repertorio dell'infinito?




                                            ©Liolucy

24 agosto 2022

Elucubrazioni Estive


l'altro giorno il mio cervello ha cominciato a parlare a se stesso, e non voleva saperne di dialogare con la mia parte similcosciente che solitamente tende a complicargli l'esistenza. questa volta ha voluto fare l'indiano di fronte alle mie insistenti richieste di andarsene a dormire, e così ho dovuto sorbirmi il suo piccolo monologo sulla morte.
ma dico io: possibile che un cervello si metta a pensare alla morte a tarda notte, prima di addormentarsi? 
ebbene sì, è possibile. ecco cosa si stava raccontando:

tutto ciò che è definitivo è decisamente  semplice. come la morte, per esempio.
la morte è definitiva, quindi è semplice. non c'è molto da discuterne.
quando sei morto, sei morto. amen. eppure c'è chi ha paura della morte.
lo sappiamo tutti che nascere è una condanna a morte. in sala parto appena nati
dovrebbero dirci immediatamente:
"lei è condannato. mi dispiace, le rimangono solo ottanta anni di vita, salvo complicanze".
semplice. come la morte. appunto.
la vita - al contrario della morte - non è definitiva. quindi non è semplice, ma è complessa. 
e qui ci sarebbe molto da discuterne. tornando al paragone, se quando sei morto sei morto e amen, è inversamente proporzionale l'evidenza fattuale che quando sei vivo, non sei semplicemente vivo e amen. eh no!
no, sei sempre in lotta, e cerchi di risolvere i problemi che la vita ti pone, del tipo... 
'perché il mio cane non mangia le crocchette?'.
oppure ti fai le grandi domande esistenziali, della serie... 
'dove vanno a finire i calzini scomparsi?'
'perché il prosciutto è salato?'
'se l'ozio è il padre dei vizi, chi è il cugino?'
e via di questo passo.
sì, insomma, quando sei vivo entrano in gioco tante variabili astruse che, in un blog non è possibile contemplare in maniera esaustiva e soddisfacente. 
e allora, meglio non scrivere nulla a riguardo, evitando di fare brutte figure, e ritengo sia molto più saggio concludere  la giornata con la mia logica semplificativa, ammettendo che
la vita è sempre in bilico sull'orlo della sconfitta. 
ergo, la morte vince sempre.


                                                                          
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          ©Liolucy

13 luglio 2022

18 maggio 2022

Universi


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Attraversare il mondo 
un passettino alla volta 
non è difficile;
basta ricordarsi - ogni tanto -
di andare a vedere dove nascono 
le stelle

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Tutti quanti  
dovremmo avere con noi 
un universo tascabile,
prêt-à-porter.
per dare forme musicali all'ignoto,
per ubriacarci di nuovi amori,
per ingannare la morte

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I Love Fibonacci 
For Ever

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                                                 ©Liolucy


7 maggio 2022

I Miei Piedi


cosa scrivere sui miei piedi? 
così su due piedi non saprei, ma mentre digito questa frase buttata lì - anzi , buttata qui - 
mi sto chiedendo dove si trovano in questo preciso momento i miei piedi, e perché ci penso così poco.
per quanto riguarda la prima domanda, i miei piedi in questo preciso istante sono sotto la sedia sulla quale sono seduta; uno sopra l'altro, cioè uno accavallato sull'altro. 
ogni tanto si danno il cambio posizione. 
ora, loro saranno sicuramente contenti, lusingati, che dedichi loro un po' di attenzione e il piede superiore - quello a cavallo sull'altro - ogni tanto si agita, tale quale come fosse la coda di un cane quando vede la ciotola piena.  vorrà comunicarmi che è impaziente di sentire cosa ho da dire su di lui e sul suo gemello. 
così, mentre deduco e contemporaneamente mi rendo cosciente della posizione attuale dei miei piedi, arrivo a tentar di rispondere alla seconda domanda: perché penso così poco ai miei piedi? cavolini! i piedi sono importanti, anzi, importantissimi.   mi permettono di stare in piedi (appunto), di camminare, di correre, di saltare, di ballare, di dirigermi dove desidero, di dare un calcio a cosa o a chi dico io. 
non oso pensare a un mondo senza piedi. 
eppure, a fine giornata raramente penso a loro, se non quando si lamentano di come li tratto, e cioè quando mi fanno male o quando puzzano senza ritegno e senza vergogna.
secondo me, se penso così poco ai  miei piedi è perché si trovano in una posizione troppo marginale e troppo in basso, troppo raso terra.
se, per esempio, supponiamo che ogni tanto (non sempre) avessi i miei piedi in testa, quando al mattino mi laverei la faccia, li vedrei sicuramente, e mi accorgerei di loro appena sveglia, e li noterei più spesso durante tutta la giornata. 
potrebbero stare al posto delle orecchie, mi sembra una soluzione accettabile. 
tanto per iniziare, ci sarebbero dei risvolti pratici non indifferenti avere i piedi al posto delle orecchie.   per esempio non dovrei più piegarmi per tagliarmi le unghie dei piedi, per lavarli, per mettermi i calzini,  per dargli lo smalto color perla, o per infilarmi le scarpe; e se facessero un brutto odore, me ne accorgerei subito visto che sarebbero vicini di casa del naso, che sicuramente si arriccerebbe scandalizzato, tanto è snob e selettivo.
hhmmm, però c'è un però.   l'unico inconveniente che si presenterebbe in maniera inaudita e dirompente sarebbe il temutissimo solletico ai piedi.   
che orrore e raccapriccio il solletico ai piedi!   un pericolo  imprevedibile, un vero attentato alla mia stabilità psicofisica.   
se qualcuno volesse torturarmi, ecco, il solletico ai piedi porterebbe  alla mia resa incondizionata in poco meno di dieci secondi.   quindi, per evitare di auto flagellarmi con l'insopportabile solletico ai piedi, dovrei portare sempre i miei capelli raccolti, e stare attenta a quando mi pettino,  e in più potrebbe essere un delirio andare dalla parrucchiera.  fatto non trascurabile.
queste ultime considerazioni iniziano a farmi dubitare che i piedi in testa non siano poi una soluzione abbastanza pratica come avevo inizialmente paventato con baldanzosa fiducia, non avevo fatto i conti con la mia solleticofobia, che non mi lascia scampo e possibilità di scelta.  mi tiene in ostaggio. 
però, a parte il grosso inconveniente, avere le orecchie al posto dei piedi non sarebbe malaccio sotto un certo punto di vista; le orecchie sarebbero in una posizione favorevole per poter  felicemente evitare di captare le chiacchiere orribili di certa gente.

P.S.  i miei piedi da oggi in poi avranno un nome,  Sixie e Dixie.




©Liolucy

1 febbraio 2022

Quello Che Non Dimenticherò Mai



quello che non dimenticherò mai di questa vicenda, saranno 
l'isteria di massa e le abominevoli discriminazioni.
ferite che lasceranno cicatrici profonde.
voglio tatuare in questa mia piccola stanza 
un articolo che ne tratteggia l'entità.
oggi, 1 febbraio entra in vigore l'orrore,
tra l'indifferenza di buona parte di cittadini italiani
che preferiscono accendere la tv che imbarbarisce e
imbambola sempre di più i peggiori ciechi,
quelli che non vogliono vedere..


Liolucy
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Delirio Green pass, quando tutto finirà sarà impossibile dimenticare


L'orrore di una norma che crea il nemico in casa, lascia una ferita profonda nel tessuto sociale già lacerato dalla crisi economica, istituzionale e valoriale



Forse tra qualche mese, scomparsa anche l'ombra di ogni presupposto sanitario in grado di giustificare una norma talmente orribile, pericolosa e disumana, il green pass verrà tolto dal nostro Paese. Sta succedendo altrove, In Inghilterra, in Danimarca, in Spagna... Forse succederà anche in Italia. Forse, anche se ancora segnali in questo senso nel nostro Paese, non ve ne sono. Anzi, si sta assistendo inebetiti a ulteriori drammatici giri di vite. Basti pensare che da domani senza il certificato verde non si potrà neppure entrare in Posta o in tabaccheria, non si potrà neppure comprare un paio di pantaloni o tagliarsi i capelli.

Ebbene, qualora tra qualche mese tutto questo delirio scollegato da ogni logica (è ormai evidente come riporta anche un recente studio The Lancet che i contagi avvengono tra vaccinati e non vaccinati in misura simile, pur con conseguenze più gravi tra i secondi) dovesse finire, cosa resterà del patto sociale che finora ha unito bene o male il Paese?
È questa l'eredità più gravosa, insieme al disastro economico che corre in parallelo, che lo folle gestione della pandemia ci lascia.
Chi dimenticherà la cattiveria con cui le istituzioni, non i cittadini, ma le istituzioni, si sono accanite contro uomini e donne che sino a ieri si erano riconosciuti nello Stato? Che mai avevano trasgredito una regola, mai neppure avevano fatto la differenziata in modo sbagliato.
Chi dimenticherà l'abominio subito dai bambini di 12 anni costretti a non salire su un bus insieme ai compagni di classe ed esclusi dai campi di gioco?
Chi dimenticherà il dramma di genitori che per mantenere fede ai propri principi, giusti o sbagliati  non importa ma in ogni caso legittimi, hanno perso il lavoro, hanno subito l'umiliazione di non avere lo stipendio per la propria famiglia?
Chi dimenticherà i sorrisi e le battute grottesche di coloro che 'non vedevano il problema', perché in fondo 'anche a militare si faceva la puntura' e ' il vaiolo è stato debellato'?
Chi dimenticherà le offese criminali di chi ha definito uomini e donne liberi che non hanno commesso alcun reato, sorci e che indicandoli come nemici, hanno augurato la loro morte?
Chi dimenticherà le parole, poi rivelatesi completamente false, del premier Mario Draghi sui luoghi non contagiosi grazie al green pass, quelle divisive del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel discorso di fine anno con una implicita distinzione tra italiani buoni e cattivi e quelle del Papa su presunti 'atti d'amore' dei vaccinati da contrapporre evidentemente ad atti di odio?

Tutto questo non si potrà dimenticare e lascerà una ferita profonda nel tessuto sociale già lacerato dalla crisi economica, istituzionale e valoriale del nostro Paese. E ogni giustificazione sanitaria sarà una maschera inutile che svanisce davanti alla realtà, ai fatti. Davanti alla strage silenziosa avvenuta nella Cra, le famose case protette, a causa del Covid, o ai contagi che si sono moltiplicati nonostante il 90% di popolazione vaccinata. Pagheremo il prezzo per anni di questa ferita. Ovviamente sempre che tutto questo finisca, sempre che la giostra non riparta sulla spinta di nuove varianti e farmaci da imporre a tutti senza distinzioni e senza diagnosi. Sempre che l'attuale incubo non si trasformi in un inferno sine die.

Giuseppe Leonelli
Data: