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16 marzo 2023

Esercizi di Disperazione

  

   Era un uomo irriverente che si faceva sorprendere spesso nei suoi esercizi di disperazione.
La sua irriverenza [salvifica per lui] era il tentativo di capovolgere i canoni di cui tutti quanti siamo in qualche modo schiavi, e si sforzava di eliminare le convenzioni delle quali la società si serve per addomesticare il selvaggio che c'è dentro ognuno di noi.
   Nei suoi esercizi di disperazione lanciava un grido a quella parte del suo io che cercava risposte che non trovava, che non voleva trovare, oppure che faceva finta di non trovare ingannando se stesso.   Espelleva le scorie di un pensiero ricognitivo sulle sue esperienze passate attraverso parole sguaiate, apparentemente  disordinate, che gli venivano restituite in un'eco invisibile già vissuta più volte.   La carica delle sue oscenità e delle sue scabrose allucinazioni, le sue intense visioni erotiche, erano lì, nella sua mente, per soffocare i rottami di un passato che lo indignavano e che congestionavano la sua vita, sotto scacco  di una follia controllata dalla quotidianità.
  Forse voleva solo ingannare la morte, cambiarle maschera, capovolgerla, esorcizzarla e svuotarla della sua insensatezza, cercando la chiave del delirio di vivere. 
Con i suoi esercizi di disperazione accettava di giocare con la realtà e ci ballava in libero disordine intellettuale, per evadere da se stesso e riconfermarsi nel vuoto, nel nulla, in quel niente che aveva  trasformato  i suoi sogni in cupe e tragiche esasperazioni della realtà. 
   Ora non lo vedo più, non so più nulla di lui, nessuno sa nulla. Non ho mai capito fino in fondo se questi esercizi di disperazione fossero solo degli stratagemmi per riscattarsi da una realtà non voluta di cui si era sentito vittima, oppure erano solo una nuova forma di evasione da una certa incapacità di vivere; quello che è certo è che accettava di trasformarsi in un tragico giocoliere pur trovandosi di fronte ad un deserto, a delle rovine, alla morte. 




©Liolucy


31 agosto 2022

Kiry Kinder


Kiry Kinder era un brav'uomo, come ce ne sono tanti. 
pensava spesso alla morte - bisogna ammettere che effettivamente è la cosa peggiore che può capitare a uno vivo - e tentava di risolvere il problema della morte in diversi modi: scrivendo a random, facendo finta di lavorare, bevendo una sigaretta, attraversando i binari senza guardare, mangiando schifezze immonde, non partecipando ai funerali, insomma, faceva tutte quelle cose lì che confondono la morte, ma soprattutto lo gratificava una convinzione. la convinzione di essere immortale.  
era matematicamente certo che, una volta estinto si sarebbe parlato di lui ancor più che da vivo e quindi l'immortalità era assicurata. da morto sarebbe stato più immortale che da vivo, non c'erano dubbi. 
anche se Kiry Kinder come tutti era nato piangendo stringendo i pugni, e che come tutti si stesse sforzando di conoscere se stesso, si sentiva un essere diverso dagli altri, un essere eccezionale, e andava più che fiero di se stesso, tanto che quando si guardava allo specchio lo faceva sempre con sollazzo e sollucchero.
però, sapeva benissimo che quando sarebbe morto si sarebbe dimenticato chi era, come se non fosse mai stato Kiry Kinder, e questa cosa lo disturbava molto, anzi lo sconvolgeva.
ed era forse per questo cruccio irrisolto che ogni volta che aveva una discussione con qualcuno, voleva avere sempre ragione. era un modo come un altro per risolvere il problema della morte.
voleva avere ragione quando aveva ragione; 
voleva avere ragione quando aveva quasi ragione, o a metà o a tre quarti (ma lui la voleva tutta);
voleva avere ragione quando la ragione la volevano gli altri, e lui per dispetto non contava fino a dieci;
voleva avere ragione quando nessuno la voleva, e lui per dispetto pagava da bere a tutti;
voleva avere ragione appena sveglio e prima di andare a dormire;
voleva avere ragione anche mentre faceva la cacca.
voleva avere ragione addirittura anche quando non sapeva cosa farsene - della ragione.  
ma soprattutto e indubitamente, lo caratterizzava il fatto che 
voleva avere ragione specialmente quando aveva torto. 
ammettere di avere torto per Kiry Kinder era un fenomeno rarissimo, forse non era mai accaduto nella sua vita. il suo corpo opponeva una resistenza galattica a quella che considerava un'assurdità. "ho torto? ma per carità! lotterò con le unghie e tutti i miei capezzoli contro una simile idiozia!". questa faccenda di non voler ammettere di avere torto quando aveva torto, costituì l'essenza stessa della sua esistenza, a tal punto che sconfisse la morte come si augurava, e fu ricordato per sempre come 
Kiry Kinder, l'uomo che voleva avere sempre ragione soprattutto quando aveva torto.

fine.



(ogni riferimento a fatti esistenti o a persone veramente accadute è puramente inoffensivo )



                                                                                                                   ©Liolucy

4 dicembre 2015

Lo Scricciolo

Lo scricciolo rimase solo ed immobile tra i rami intricati della sua solitudine. 
di notte i fievoli bagliori che illuminavano le ombre erano solo inganno, e le lucciole dei pensieri si acciotolavano nella sua mente in ordine sparso. 
si chiedeva da dove provenisse quel senso atavico di abbandono e di impotenza che pietrificava il suo cuore inerme.
un colpo di vento sarebbe bastato a spazzare via quell'oceano di malinconia nel quale intingeva la sua esistenza? volare al di là delle soffici nuvole lo avrebbe liberato dal peso di certe cose che non gli erano mai appartenute e da altre ancora che non sarebbero tornate mai più?
pensò che, forse, doveva essere così che si sentiva un vaso senz'acqua: 
vuoto ed inutile.
guardò a lungo la scura distesa vellutata che si ergeva sopra di lui fiocamente illuminata da una luna muta ed indifferente, e si sentì piccolo piccolo, minuscolo ed indifeso, mentre il freddo della notte scivolò silenzioso fra le sue piume. fu percosso da un brivido ed abbassò la testa. 
una liquida pozza d'argento sotto di lui rifletteva tremolante ed insicura la sua immagine:
sì, era proprio lui, uno scricciolo azzurro solo ed immobile tra i rami intricati della sua solitudine.


©*Liolucy

 

1 novembre 2015

Interno Notte













La sua mente era incastrata in una serata di noia opaca, stanca e senza senso.
pensò di scacciare la sua solitudine mescolandosi alla folla che brulicava
nelle luci di una metropoli fantasma. ma non si mosse.
lasciò che la notte seguitasse ad andare avanti.
lasciò che entrasse con mestizia nella sua carne e nel suo cervello,
lasciò che lo divorasse lentamente.
e volle esser gentile con lei
e volle farle compagnia.
poi spense la luce
e pianse in silenzio.



                                                                                  ©*Liolucy


1 luglio 2014

L'Uomo Dai Sogni Di Cristallo

          

Era l'aurora. 
aprì gli occhi dando un'occhiata alla sveglia ancora silenziosa. si alzò lentamente dal letto e si affacciò alla finestra per ossigenare lo sguardo. poi, si avvicinò allo specchio che gli rimandò l'immagine di un uomo di mezza età dai folti capelli d'argento, testimoni arruffati di anni camminati assieme ad un tempo docilmente impresso sul suo viso. 
un sottile filo di vanità attraversò i suoi occhi.  distolse la vista dalla sua vigorosa figura e si diresse verso la libreria dello studio. 
   prelevò con attenzione dalle pagine di un volume una piccola margherita secca senza gambo e l'avvicinò lentamente alle sue labbra sottili per sfiorarla col respiro. era un fiorellino piccolo, semplice e scolorito,  appartenuto a quella metà di cielo che riconobbe subito in un grigio mattino di novembre, quel novembre in cui  il suo sguardo bruno si tuffò in quei profondi occhi blu. 
   quegli occhi erano gli occhi dell'amore blu, quello inaspettato, non cercato. quell'amore che confonde i pensieri, che rapisce l’anima, che non fa dormire, che trasporta in dimensioni sconosciute, che sconvolge i sensi e la mente, che cambia completamente le prospettive e rimette tutto in discussione.
   ripensandolo nella sua eccezionalità confessò mestamente a se stesso:
< non sono riuscito a trattenerlo e a viverlo fino in fondo .. ne ero perdutamente affascinato ma ne ero anche spaventato in un certo qual modo .. era così travolgente e incontrollabile! - è capitato proprio a me che ho condotto sempre una vita senza scossoni, inseguendo una perfezione che non esiste  - o forse, semplicemente, non ero pronto per far fiorire completamente dentro di me, senza assurde paure, un sentimento così forte e  sconosciuto .. incontrarla è stato un vero uragano di emozioni. Lei (era) è la mia Lei, nata per me, la Lei che ho sempre cercato, la luce e la sostanza. lo so, lo so .. ma, ora so anche  che  per amare occorre coraggio .. > 
   l'uomo rimase ancora qualche attimo con lo sguardo perso nel nulla, poi si riscosse lentamente dalla sua ipnotica  introspezione quando l'immagine  di loro due, amanti appassionati, prese inevitabilmente forma nella sua mente. ebbe cura di dare immediato rifugio alla piccola  margherita risistemandola tra le pagine ingiallite del libro. 
   ritornò in camera, si sdraiò sul letto e, occhi al soffitto, si fece trasportare dal seducente richiamo delle pulsanti vibrazioni  che crescevano impetuose in Lui.
   riempì la propria anima del pensiero di Lei
e fu subito giorno.


©*Liolucy



20 febbraio 2013

Sola


Oggi sono nel nostro posto che tu non sai.
   Ci vengo spesso, per rivivere un sogno che non si è mai realizzato.
Ordino un caffè,  mi siedo ad un tavolino un po' appartato e, immagino.
   Immagino il tuo viso di fronte al mio, il tuo viso sorridente che nasconde un adolescenziale imbarazzo dentro un fiume di parole. Immagino il mio sorriso emozionato mentre mi tuffo nei tuoi occhi per cercare quella parte di te che tanto mi affascina.
  Nei nostri sguardi vediamo le nostre anime disperse che si sono cercate e ritrovate, mentre palpitanti pensieri inondano i nostri cuori.
   In questo momento che sa di infinito, ci siamo noi. noi, per chiederci se io sono giusta per te, per chiederci se tu sei giusto per me, per sapere che, sì! siamo giusti per noi due, e che solo questo importa nell'istante del nostro incontro, niente altro.
   Poi, la visione a cui mi aggrappo avidamente sfugge dalla mia mente in maniera scortese ed improvvisa.
   Ritorno alla realtà.  
   Sono sola.
  Un magone esplode in una lacrima che,  come una timida goccia di pioggia inaspettata, riga la mia guancia .
  Con animo disperso, mi alzo dalla sedia, indosso gli occhiali scuri e, mentre mi incammino con fare incerto, mi domando come io possa struggermi di nostalgia per qualcosa  che non accadrà mai.



©*Liolucy